CHIESTA LA NON ESTENSIONE DELLA DIRETTIVA 2016/1629 ALLE UNITA ‘DA DIPORTO: COMPORTEREBBE UNA INUTILE DOPPIA CERTIFICAZIONE DI SICUREZZA PER NAVIGAZIONE IN ACQUE MARITTIME E INTERNE
SODDISFAZIONE PER L’ATTENZIONE DELLE FORZE DI MAGGIORANZA E DI OPPOSIZIONE
Roma, 19 luglio 2018: Questo pomeriggio UCINA Confindustria Nautica è stata audita presso le Commissioni riunite della Camera, Trasporti e Politiche dell’Unione europea, nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (Ue) 2016/1629, che stabilisce i requisiti tecnici per le navi adibite alla navigazione interna.
Non avendo vie di comunicazione fluviale connesse con la rete europea, l’Italia non è tenuta al recepimento della Direttiva, che può derogare totalmente o parzialmente – è stato illustrato alle Commissioni – ma certamente non è utile, né saggio, prevedere l’ampliamento degli stessi ambiti di applicazione di questa normativa UE, nata per regolare il traffico commerciale sulle grandi vie fluviali d’ Europa a tutte le acque dolci italiane, estendendola alle unità da diporto che si trovassero a solcare stabilmente le acque interne.
Il 97% della navigazione da diporto si svolge in mare e tutte le unità dispongono già di una certificazione di sicurezza. L’attuazione della Direttiva, comporterebbe dunque l’obbligo di una doppia certificazione per ogni unità, provocando inutili oneri per i costruttori, un costo aggiuntivo che inevitabilmente sarebbe sopportato dagli utenti, ma soprattutto un notevole aggravio di lavoro per l’Amministratore pubblica che alle, attività già in essere per la certificazione marittima, sarebbe chiamata ad affiancare la gestione della nuova certificazione per acque dolci da parte della Motorizzazione Civile, ad oggi non attrezzata per simili esigenze inerenti il diporto.
“Il problema” – ha spiegato il responsabile dei Rapporti Istituzionali UCINA, Roberto Neglia — “si porrebbe anche in termini delle barriere poste all’accesso a tutte le attività di refitting, manutenzione e rimessaggio di unità da diporto che hanno sede alle foci dei fiumi e in acque interne. Il problema è tuttavia di facile soluzione, potendosi prevedere che la certificazione per acque dolci non è necessaria laddove l’unità è già in possesso di un certificato di sicurezza per la navigazione in mare“.
Su questo punto i membri delle Commissioni, sia di maggioranza, sia di opposizione, hanno a assicurato la massima attenzione, rilevando la fondatezza delle obiezioni sollevate.
In conclusione dell’audizione è stato riproposto il tema di un intervento legislativo urgente per il differimento dell’entrata in vigore dei nuovi requisiti per la conduzione senza patente relativa ad alcuni specifici motori, modificati dal D.lgs. 229/2017, per consentire all’utenza di potersi adeguare nei prossimi anni.