MARINA BLU DI RIMINI PRIMO PORTO A SUBIRE LE CONSEGUENZE DELLA COMPLESSA VICENDA NORMATIVA DEI CANONI DEMANIALI
CARLA DEMARIA, PRESIDENTE DI UCINA: “UN ATTEGGIAMENTO ANTI IMPRESA CHE NUOCE A TUTTO IL SETTORE E CHE VA IMMEDIATAMENTE FERMATO, ANCHE PER EVITARE IL CONTAGIO AD ALTRE STRUTTURE DELLA PORTUALITÀ TURISTICA”.
UCINA SI E’ IMMEDIATAMENTE ATTIVATA CON IL GOVERNO.
La complessa vicenda relativa all’aumento illegittimo dei canoni demaniali dei porti turistici ha colpito il primo marina italiano, il Marina Blu di Rimini, che questa mattina ha ricevuto dall’Agenzia delle Entrate una cartella esattoriale per 1,1 milioni e il blocco dei conti correnti che non gli consente più l’operatività.
La società Marina Blu S.p.A. è titolare della concessione-contratto per la realizzazione e del porto turistico di Rimini e delle strutture destinate alla nautica, con durata di 50 anni a datare dal 1999. L’atto concessorio prevede l’obbligo di costruire e mantenere per tutta la durata la darsena e tutto quanto connesso. La società vi ha regolarmente adempiuto ma, a causa delle modifiche unilaterali della concessione-contratto e dell’aumento retroattivo del canone da parte dello Stato, si vede richiedere importi maggiorati fino al 380% del canone concessorio inizialmente pattuito.
Dopo 10 anni di contenziosi, nel 2017 la Corte Costituzionale ha sentenziato che “i nuovi canoni demaniali risultano applicabili soltanto alle opere che già appartengano allo Stato, mentre per le concessioni di opere realizzare a cura del concessionario, ciò può avvenire solo al termine della concessione, e non già nel corso della medesima”.
La sentenza non lascia margine di dubbio, ma è arrivata dopo che la Società del Marina Blu di Rimini aveva esperito tutti i suoi gradi di giudizio, mentre il Comune di Rimini continua a rifiutare ogni richiesta di avviare un procedimento per il ricalcolo dei canoni alla luce dell’interpretazione “costituzionalmente orientata” delle norme.
“Un atteggiamento anti impresa che nuoce al settore – afferma Carla Demaria, Presidente di UCINA Confindustria Nautica – e che mette a rischio gli investimenti nel comparto a causa della possibilità, da parte dello Stato, di cambiare le condizioni pattuite vanificando ogni investimento e piano economico-finanziario di lungo periodo”.
Infine, ieri, senza attenderne l’esito dell’udienza di merito sulla sospensione delle cartelle esattoriali fissata per il 18 dicembre prossimo presso il Tribunale di Rimini, l’Agenzia delle Entrate ha congelato tutti i conti correnti della società impedendo l’operatività della struttura che già nei prossimi giorni non potrà onorare il mutuo con le banche.
I FATTI IN BREVE
– il Marina Blu di Rimini nel 1999 si è accollato l’onere della realizzazione, gestione e manutenzione della darsena a sue esclusive spese con un investimento di oltre 50 milioni di Euro;
– la darsena al termine della concessione entrerà in proprietà dello Stato;
– l’originario rapporto concessorio prevedeva canoni per tutta la durata del rapporto, commisurati alla realtà economica dell’investimento avendo a riferimento un piano finanziario approvato dalla parte pubblica, in equilibrio con i rischi d’impresa;
– con la Finanziaria 2007 lo Stato ha modificato unilateralmente i patti contrattuali, modificando l’importo dei canoni aumentati di oltre il 380% mettendo a rischio la tenuta economica dell’impresa;
– il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale hanno chiaramente riconosciuto la illegittimità degli aumenti se applicati alle concessioni in cui il privato ha sostenuto integralmente la realizzazione delle opere, ma il Comune di Rimini, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia delle Entrate hanno continuato a pretendere l’indebito pagamento dei maggiori canoni attivando azioni esecutive.