UNA TAVOLA ROTONDA INTERNAZIONALE PER FARE IL PUNTO SULLE SFIDE CHE LA NAUTICA DA DIPORTO STA AFFRONTANDO PER ADOTTARE STRATEGIE SEMPRE PIU’ SOSTENIBILI
A pochi mesi di distanza dalla prima edizione, si è svolto oggi al 63° Salone Nautico Internazionale di Genova il secondo appuntamento del World Yachting Sustainability Forum, organizzato da IBI (International Boat Industry) per Confindustria Nautica.
Il tema della Carbon Neutrality è fortemente sentito anche nel comparto nautico e nonostante lo yachting, secondo i dati ufciali IMO (International Maritime Organization), incida solo per lo 0,06% rispetto all’intero shipping, non è più tempo di voltare lo sguardo altrove. È una sfida importante e forse la più grande opportunità che l’industria nautica da diporto sta affrontando negli ultimi tempi. Le aziende italiane, infatti, sono nel pieno di questa transizione che consentirà di attrarre nuovi consumatori ma anche talenti e investimenti.
“Il Salone Nautico di Genova non è soltanto un evento internazionale di punta del settore eristico, ma anche un’importante occasione di confronto per gli imprenditori e gli operatori del settore, le istituzioni e la stampa”, ha detto Andrea Razeto, Vice Presidente Confindustria Nautica, introducendo questa seconda edizione del World Yachting Sustainability Forum. “Così come abbiamo comunicato ieri alla conferenza Boating Economic Forecast, l’industria italiana della nautica da diporto è un settore in costante crescita (+20% di fatturato nel 2022, toccando il livello record di 7,33 miliardi di euro) con una notevole propensione all’innovazione e all’export, di cui l’Italia è leader mondiale, con oltre 3,7 miliardi di euro di esportazioni di barche e yacht. Le nostre aziende hanno compreso quanto sia fondamentale adottare strategie sempre più sostenibili e riadattare i modelli di business, per rispondere concretamente alle sfide del futuro e alle nuove regolamentazioni incombenti, percorrendo nuove strade e sfruttando nuove opportunità. Il tema della sostenibilità è quindi ormai riconosciuto come un must nel settore, sia in Italia sia all’estero”.
Il convegno, moderato da Ed Slack, direttore della rivista IBI, ha radunato una folta platea di operatori del settore e ha visto la partecipazione di stakeholder e giornalisti internazionali per riprendere il discorso avviato lo scorso giugno alla Convention Satec di Confindustria Nautica e discutere temi strategici, fra cui il percorso verso la decarbonizzazione, un corretto sviluppo delle infrastrutture necessarie al settore e l’ideale applicazione delle nuove tecnologie disponibili.
Chiamato sul palco a iniziare i lavori Patrick Hemp, Technical Consultant ICOMIA (International Council of Marine Industry Associations), l’Associazione che riunisce le federazioni nautiche nazionali del mondo, che ha illustrato i risultati di una prima analisi sui pro e i contro dei carburanti e dei sistemi di propulsione alternativi per il settore della nautica da diporto. ICOMIA ha commissionato una profonda analisi a Ricardo, società di consulenza con competenza nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio che fornisce soluzioni sostenibili innovative e intersettoriali, per identicare le tecnologie di propulsione più adatte a decarbonizzare il settore delle imbarcazioni da diporto. Lo studio fornisce informazioni utili all’industria per intraprendere azioni comuni verso il 2035 ed infine verso il Green Deal UE 2050. “Come industria dedichiamo molto tempo a parlare di gas serra, di emissioni, delle materie prime, delle produzioni e dell’utilizzo. Nei prossimi anni ci saranno innovazioni e miglioramenti nelle attuali tecnologie propulsive. Se guardiamo solo alla modalità elettrica non possiamo aspettarci che essa offra alla barca la stessa autonomia dei sistemi propulsivi tradizionali; il comportamento dei consumatori è fondamentale. Anche nella nautica da diporto una buona soluzione è rappresentata dalla condivisione della proprietà. E allungare la vita delle barche: con nuove batterie, che hanno una durabilità di circa 30-40 anni, le barche diventano quasi nuove. Riciclare è fondamentale.” Patrick Hemp ha anche esposto anche come le future normative porteranno cambiamenti nell’industria. “Sul quadro normativo, la situazione è complessa. A Bruxelles ci vogliono sei anni per introdurre nuove direttive, ma una volta applicate porteranno importanti rivoluzioni tecnologiche”.
Ed Slack ha poi chiamato sul palco Michele Bolpagni (Aqua Superpower), Jochen Czabke (Seaman Consultants) e Tommaso Negri (PlenitudeBeCharge) che si sono confrontati sulla tematica della mobilità elettrica e della relativa infrastrutturazione. “In tutto il mondo, ma soprattutto in Francia l’elettrico sta andando molto bene”, ha detto Michele Bolpagni, Country Manager, Italy Aqua Superpower. “In Italia invece siamo ancora un po’ lontani dai target, nonostante le ampie potenzialità”.
Risulta necessario un approccio collaborativo per creare un’infrastruttura sostenibile. “È importante installare colonnine di ricarica sia nell’automotive che nella nautica”, ha detto Tommaso Negri, Business Development Specialist Plenitude BeCharge “siamo attivi in Europa con 1700 punti. Non abbiamo installato colonnine specificatamente per la nautica ma siamo interessati a sviluppare anche il diporto; con punti di ricarica uguali per i due settori”. A puntare il dito sulla disomogeneità delle infrastrutture è stato Jochen Czabke: “Ci sono sfide da intraprendere come standardizzare le prese di ricarica”. Ulteriori punti emersi: la fruizione della marina, oggi “parcheggio” delle barche più che luoghi di servizi fruibili e degli utenti che devono imparare a gestire barche con propulsioni alternative e nuovi servizi. “Spero che nel 2023/24 si crei una situazione di crescita, e che colmeremo il divario in poco tempo. Una certezza è che ci sarà da aspettare ancora dai due a cinque anni prima di vedere una reale elettricazione della mobilità sia nautica sia automobilistica”.
Una seconda tavola rotonda è stata dedicata a “Come può l’industria allinearsi con successo alle nuove tecnologie”. Ed Slack ne ha parlato insieme a Giuseppe Sanchero (Siemens- Energy), Paolo Izzo (Lloyds Register), Vasilis Gregoriou (Advent) per discutere di soluzioni efficaci e valutare i pro e i contro del carburante a metanolo/idrogeno, con tutti i limiti e le potenzialità delle tecnologie più recenti e come i cantieri e le infrastrutture debbano adattarsi. “La vera sfida è l’affidabilità nella gestione del combustibile e ci sono progetti di elettricazione anche nel settore dei grandi yacht”, ha detto Giuseppe Sachero VP Industrial Solution Southwest Europe Siemens – Energy. Nel mondo dei superyacht sta crescendo la domanda verso soluzioni legate all’uso del metanolo e dell’idrogeno come alternative valide. L’attenzione verso la sostenibilità sta catturando armatori che “ci chiedono un approccio più verde”, sottolinea Paolo Izzo, Business Development Manager Llyod Register, che aggiunge “Ci sono investitori disposti a investire in infrastrutture. In Italia non esiste ancora una legislazione né linee guida per idrogeno e metanolo”. Markos Vasilikos, Director Adventà Markos Vasilikos, è intervenuto spiegando l’importanza di risolvere le problematiche relative al peso delle batterie che possono inciare le prestazioni delle imbarcazioni con scafo planante.
Piercarlo Smith, Director Deloitte Climate & Sustainability ha infine portato la testimonianza di come un Paese come l’Arabia Saudita che sta velocemente cambiando e portando sempre più attenzione alla sostenibilità.
Alla ne della tavola rotonda è emerso quanto sia importante fare squadra e come il dialogo comune porterà a risultati procui. L’allineamento dei cantieri è importante e mettere a confronto i risultati raggiunti sarà fondamentale per una effettiva e corretta rotta verso la decarbonizzazione.
Ufficio Stampa Confindustria Nautica
Chiara Castellari – castellari@confindustrianautica.net 338 4130156 Max Procopio – m.procopio@marinepartners.net 335 816 5281 Matilde Villa – villa@conndustrianautica.net 010 5769860
Giovanna Daccà – dacca@isaloninautici.com 346 4767362